Fare foto in bicicletta

Chi viaggia in bici lo sa: durante il tragitto si incontrano una sequenza infinita di immagini, di suggestioni e situazioni che non chiedono altro che essere contemplate,  assaporate e – per qualcuno – anche fotografate, nel tentativo di “fermare” quel momento per cristallizzarlo e tenerlo con sé (e magari condividerlo con altri).

La lentezza del procedere aiuta questa contemplazione e per questo la bicicletta si presta molto bene allo scopo. Ma si rende necessario conoscere alcuni dettagli che riguardano esclusivamente il bikepacking o il cicloturismo in genere.

L’attrezzatura

La regola d’oro è che una macchina può anche essere molto performante ma se risulta grossa e pesante alla fine rimane sempre a casa, la sera prima della partenza si protende verso qualcosa di più facilmente trasportabile, leggero e soprattutto che stia nelle borse.

La tecnologia ci viene incontro con le mirrorless, macchine avanzate ma di dimensioni dimezzate rispetto alle reflex e con la possibilità di scegliere le ottiche preferite. Negli ultimi anni sono migliorate molto anche le piccole macchine cosiddette ‘punta e scatta‘ perché hanno delle buone lenti: nella scelta, è importante controllare che abbiano anche delle funzioni manuali e che lo zoom sia ottico, lo zoom digitale lo disattivo sempre perché non restituisce buone immagini.

Anche gli smartphone possono svolgere un lavoro egregio ormai, ma in viaggio è preferibile non trovarsi con il telefono scarico perché utilizzato frequentemente per fotografare. Sempre meglio avere 2 batterie, soprattutto quando si dorme in tenda e non si hanno a disposizione prese elettriche, ultimamente stanno uscendo delle batterie che si ricaricano via USB, il che ci risparmia di doverci portare anche il caricabatterie che comunque risulta ingombrante.

Il trasporto

L’attrezzatura di ultima generazione risulta abbastanza resistente ma permangono alcune condizioni da evitare nel mondo digitale: la polvere, le vibrazioni e la condensa.
Per la polvere risulta utile non viaggiare con la macchina al collo ma in una borsa che la isoli dall’esterno, particolare attenzione va fatta nel caso in cui si debba cambiare l’obiettivo perché bisogna evitare di lasciare il corpo macchina esposto con il rischio di impolverare il sensore interno, l’operazione va fatta in fretta e possibilmente in un luogo senza eccessiva polvere, pulire l’obiettivo è un operazione semplice ma pulire il sensore non lo consiglio e va preservato al meglio.
Per i viaggi gravel un panno per lenti è d’obbligo: utili anche un piccolo spray per pulire le lenti e un pennellino morbido, tipo quelli da acquarelli.

Le vibrazioni sono una costante in bici, per cui in genere è meglio riporre l’attrezzatura in borse che non sbattano contro il telaio, ovvero una borsa a manubrio, oppure quella del tubo orizzontale dove risultano anche veloci da prendere. In genere nelle borse è utile ricavare uno spazio apposito per l’apparecchiatura fotografica, per evitare che altri oggetti possano andarci a sbattere rischiando di rovinare il monitor o la lente. Si possono utilizzare dei pannelli di gommapiuma come quelli delle borse fotografiche.

La condensa spesso capita quando si usano borse completamente stagne, il calore o l’umidità non riescono a dissiparsi per cui è opportuno che dove si tiene la macchina ci sia un minimo ricambio d’aria.

L’attrezzatura deve poter essere presa rapidamente, spesso le cose accadono in fretta e prima la recuperi più possibilità hai di non perdere l’attimo. Ma la macchina fotografica portata a tracolla, oltre ai problemi di polvere che si può accumulare, è anche pericolosa nel caso di cadute perché risulterebbe la prima a rompersi ma più di tutto con il grosso rischio di piantarsela nella schiena o su un fianco, a quel punto che si rompa o no è l’ultimo dei problemi.

Le ottiche

La regola generale vuole che nella fotografia di viaggio o di reportage si usino ottiche “wide”, ossia grandangolo. Se si vuole scegliere un’unica ottica, meglio che sia tra il 28mm ed i 50mm, anche se su questo specifico aspetto… ogni fotografo ha il suo occhio e le sue preferenze. Di base gli zoom dal 70mm a salire sono quelli che si usano meno, inoltre sono oggetti ingombranti e pesanti.
Le ottiche fisse hanno una qualità maggiore e costi minori rispetto alle ottiche zoom che invece quando risultano di qualità sono molto costose.

Considerazioni finali

  1. Avere qualcosa da dire è più importante che l’attrezzatura all’ultimo grido.
  2. Variamo i soggetti che fotografiamo, su 10 foto 3 saranno di paesaggio, 3 di azione, 2 della bici e 2 di dettaglio (è solo per fare un esempio, nel racconto fotografico ci sta portarsi a casa un giusto equilibrio di immagini).
  3. In alcuni casi è opportuno scendere dalla bici, arrampicarsi su un sasso o comunque salire su un qualsiasi rialzo per avere un punto di vista più ampio, l’inquadratura migliore a volte va ricercata un po’, spostiamoci anche di qualche metro per trovarla soprattutto nel caso di ottiche fisse.
  4. Quando fotografiamo la bici cerchiamo di mantenere la macchina perpendicolare al terreno ed all’altezza della bici, se inclino la macchina verso il basso tendo a schiacciare l’oggetto, mentre se la inclino verso l’alto vado ad allungarlo. Questo vale anche quando fotografiamo persone.

Non è facile parlare di tutto in poche righe ma questi accorgimenti sono già qualcosa e comunque come ogni cosa la ripetizione del gesto aiuta a migliorarsi e poi serve il confronto per perfezionarsi.
Come diceva Cartier Bresson, “Impara a fare molto con poco, alleggerisci la tua attrezzatura ed esci a fotografare: il mondo ti attende”.

[ da un contributo di Paolo Ciaberta per bikepacking.it]

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