Smart Ecosocial Villages
«Piccole Patrie»: ripartire dalle esperienze di comunità per ridisegnare le geografie turistichedel Bel Paese. Rigenerazione culturale, partecipazione, cultura di rete e digitalizzazione per realizzare modelli innovativi di sviluppo anche nei piccoli Comuni e nelle aree interne.
Un’iniziativa ispirata all’eredità morale di Adriano Olivetti, il grande imprenditore che nel secondo dopoguerra ha immaginato la fabbrica non solo per dispensare profitti ma anche cultura e servizi, come cuore della comunità che realizza un’autentica e concreta condivisione. Attorno a questo concetto si annodano le «piccole patrie»: una «rete di molecole territoriali ricche di identità che convergono gradualmente in forme innovative di organizzazione dell’accoglienza e dell’ospitalità italiana».
Un programma nazionale ideato da SIMTUR nel tempo dell’emergenza pandemica Covid-19 per affiancare territori, comunità locali, amministrazioni e imprese nel difficile percorso di ridisegno dell’offerta territoriale e di digitalizzazione, ispirato all’iniziativa UE «Smart Villages» e divenuto parte della più ampia iniziativa «Repubblica Digitale» del Dipartimento per l’innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Noi, piccole patrie
#piccolepatrie
#piccolepatrie
L’attributo che individua una località o un territorio come «piccola patria» è la peculiare fisionomia culturale, ovvero il sentirsi comunità: un sentimento divenuto forte in risposta alle dinamiche perverse della globalizzazione, che potrebbe anche diventareuno degli anticorpi contro i virus e le pandemie.Una comunità coesa, che impara a nutrirsidel genius loci, è anche una comunità generosa, accessibile e ospitale.
«Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura, che dona all’uomo il suo vero potere». Adriano Olivetti
RINASCIMENTO RURALE
rurability
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La piattaforma italiana delle migliori pratiche di sviluppo rurale aderenti a SIMTUR, per promuovere un nuovo patto città/campagna e un approccio agrobiodiverso, che trova nel cibo un efficace ambasciatore di sostenibilità.
Attraverso progetti esemplari di “filiera corta dell’accoglienza”, offre strumenti di analisi, metodi, modelli e policy per accompagnare i territori che affrontano le sfide globali in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030, con la strategia europea Farm to Fork e il pacchetto climatico Fit for 55.