Strategie per la risorsa acqua

In Italia, il 20% del territorio rischia la desertificazione nei prossimi decenni. Ma i gestori non intervengono sulle strutture idrauliche: il loro piano – per non perdere profitti – è immettere più acqua nelle reti, di cui una grossa parte va consapevolmente persa. Tutta quest’acqua sprecata è consapevolmente rubata è un insulto al presente e un’ipoteca debitoria per le generazioni future.

Trascorso oltre un decennio dal referendum nazionale del 12 e 13 giugno 2011, attraverso il quale gli italiani hanno scelto in modo netto l’acqua come bene comune e collettivo, con il 95,35% dei votanti esprimersi contro contro la privatizzazione dei servizi idrici, il tema è tutt’altro che risolto.

Dev’essere inoltre considerato la rete idrica nazionale si trova in uno stato deplorevole: secondo l’Istat, il 42% dell’acqua in distribuzione si perde per l’inefficienza dei sistemi, con impianti vecchi e lasciati colpevolmente privi di manutenzione: ogni 1000 litri immessi nel sistema, 420 vengo persi. Numeri irricevibili.

Appare sempre necessario ricordare che ci troviamo nel bel mezzo di una crisi climatica, che non risparmia la nostra penisola che – sulla base dei dati elaborati dall’Agenzia Europea per l’Ambiente e dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico – si prevede sarà sempre più colpita da periodi di siccità e, di conseguenza, da eventi estremi come gli incendi che sono già protagonisti indiscussi dell’estate italiana. Ciò finirà inevitabilmente per produrre impatti non solo sull’utilizzo civile, ma anche industriale e agricolo, colpendo l’economia, in particolare nelle Regioni del Sud.

Un problema planetario

Le elevate emissioni di gas hanno prodotto l’effetto serra, favorendo alterazioni della temperatura e del pH dell’acqua negli oceani così come nei laghi e nei fiumi: ciò sta sconvolgendo fauna e flora marina o lacustre ma anche il clima e l’intero ecosistema della Terra, con ripercussioni non solo ecologiche e climatiche ma anche economiche e sanitarie sempre più preoccupanti. L’aumento della temperatura degli oceani sta favorendo la migrazione di specie marine che amano le acque fredde sempre più a nord, la barriera corallina in alcune aeree sta morendo, la flora oceanica e lacustre muta o muore e non solo. Le inondazioni e i tornadi si muovono in zone che non erano mai state toccate da questi fenomeni, così come l’aumento delle temperature favorisce periodi di siccità in zone una volta temperate tra cui il Mediterraneo e l’Italia.

È fondamentale quindi comprendere che l’acqua è coinvolta in prima linea nel meccanismo che alimenta i cambiamenti climatici, che negli anni è stato in grado di entrare nel ciclo dell’acqua, alterarlo e trasformarlo in un’arma che alimenta gli sconvolgimenti climatici che osserviamo ogni giorno nell’intero ecosistema terrestre e che nel tempo sta portando proprio alla riduzione delle riserve idriche.

Non da ultimo, il problema è ulteriormente alimentato dallo spreco di acqua da parte di ognuno di noi.
E, almeno su questo fronte, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte.

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