Via di san Michele Arcangelo

Michele, l’Arcangelo dell’Ebraismo, del Cristianesimo, e dell’Islam, il Santo nella tradizione delle chiese Romana e Ortodossa, nella fede Anglicana e Luterana. Egli è il principe degli angeli, colui che protesse il popolo ebraico, che “è grande” (il suo nome in ebraico è anche tradotto “chi è come Dio?”), che annunciò a Sara la nascita di Isacco e parlò ad Abramo. È colui che fu inviato da Allah a istruire il profeta Maometto, dettandogli il Corano. È l’angelo che difende spada in pugno la fede in Dio contro le orde di Satana, che guiderà le milizie di Dio e batterà il drago alla fine dei tempi e suonerà la tromba del Giudizio finale.

Le narrazioni delle sue apparizioni risalgono già a Costantino, fu venerato come patrono dai longobardi e il suo culto si sposò poi con la religione arcaica delle civiltà contadine, mescolandosi ai riti pagani e viaggiando lungo le rotte pastorali della transumanza: è nelle grotte, nelle profondità della terra, dove l’acqua incontra la roccia che la cultura antica si mescolò per sempre alla devozione a San Michele. La grotta infatti rappresenta lo spazio cultuale che meglio sintetizza gli elementi sacrali primigeni e propiziatori che si legavano al culto di Ercole ed in generale alle forze soprannaturali: la roccia e l’acqua, simbolo l’una del contatto col mondo sotterraneo, l’altra di fertilità e purificazione. La Chiesa ne celebra la solennità liturgica l’8 maggio e il 29 settembre, e innumerevoli sono i siti, i riti e i luoghi costruiti e a lui dedicati. Da quando il culto cominciò a diffondersi, partire dal VII sec, numerose chiese e santuari dedicati all’Arcangelo cominciarono a sorgere in ogni parte d’Europa e numerosi sono gli eventi miracolosi e le apparizioni a lui attribuite, i santuari ed i pellegrinaggi.

Epicentro di questa venerazione così profondamente rituale e liturgica è il santuario di San Michele a Monte sant’Angelo, sul Gargano: luogo di passaggio verso il Mediterraneo, l’oriente e la Terra Santa dai porti di . Ma una misteriosa linea immaginaria unisce sette monasteri, dall’Irlanda fino a Israele: dall’Irlanda, sull’isola deserta di Skelling Michael – dove l’Arcangelo Michele sarebbe apparso a San Patrizio per aiutarlo a liberare il suo Paese dal demonio – verso sud-est si arriva a St. Michael’s Mount, una piccola isola in Cornovaglia che con la bassa marea si unisce alla terraferma. Si posegue in Francia su un’altra celebre isola, Mont Saint-Michel, dove l’Arcangelo sarebbe apparso al vescovo Auberto, ordinando la costruzione di una Chiesa nella roccia. La bellezza del santuario e della baia in cui sorge sulla costa della Normandia lo fanno uno dei siti più visitati di tutta la Francia. A 1000 chilometri di distanza in Val di Susa, Piemonte, sorge il quarto santuario: la Sacra di San Michele, monastero benedettino foresteria dei pellegrini che nei secoli hanno valicato il Moncenisio volgendo verso Roma. Si arriva poi in Puglia, sul Gargano, al Santuario di San Michele dove, secondo la tradizione, l’8 maggio del 490 l’arcangelo apparve a San Lorenzo Maiorano e da qui la sua devozione si diffuse in tutta Europa. Dall’Italia la traccia porta in Turchia, sull’isola di Symi: qui il monastero custodisce un’effigie del Santo alta 3 metri, una delle più grandi esistenti nel mondo. La linea sacra termina in Israele, al Monastero del Monte Carmelo ad Haifa, luogo venerato fin dall’antichità la cui costruzione come santuario cristiano risale al XII secolo.

Skellig Michael (Irlanda), Saint Michael’s Mount (Cornovaglia, Inghilterra), Mont Saint Michel (Normandia, Francia), Sacra di San Michele in Val di Susa (Piemonte), Monte Sant’Angelo nel Gargano (Puglia), monastero di Symi e monte Carmelo (Israele) sono dunque unite lungo una linea Sacra (detta anche Michelita), che secondo la leggenda è la cicatrice lasciata dalla spada di San Michele dopo aver ferito Satana prima di spingerlo negli inferi.

Suggestione e mistero sembrano pervadere le chiese e le abbazie che portano il nome di Michele, non solo per il fascino e la bellezza che sembrano promanare. Come le prime cattedrali gotiche rispecchiarono specularmente la trasposizione della costellazione della Vergine in Terra, così la Via Michelita, l’arcana via di pellegrinaggio fu non solo un cammino di speranza, ma anche un percorso di iniziazione, una via di illuminazione attraverso cui giungere ad un contatto con il divino.

Il Cammino dell’Angelo, o Via Micaelica, non aveva un itinerario dedicato, ma avendo molte località in comune con gli altri percorsi di pellegrinaggio, esso ne ricalcava in parte il tracciato, talvolta sovrapponendosi e talvolta deviando da essi, attraverso la Francia verso Roma e verso Sud, raggiungendo la Puglia e i grandi porti d’imbarco verso la Terra Santa.
In Italia si possono individuare la via Francigena, la via Latina (Casilina) o l’Appia fino a Capua, la via Appia Traiana e l’antica Via Sacra Langobardorum, un antico cammino, erede di ancora più antichi tratturi, che, staccandosi dalla via Appia Traiana all’altezza di Troia, permetteva di raggiungere, Monte Sant’Angelo.

Sull’asse viario della Via Appia Traiana, a Benevento, si innesta infine un suggestivo cammino, detto Cammino dell’Arcangelo, convergente al Santuario di San Michele nel Gargano, meta antichissima di pellegrinaggi da tutta l’Europa cristiana longobarda e germanica.
Percorrerla oggi non è dunque facile: essa segue sentieri preesistenti e non è provvista di segnaletica, Né esiste un ente di governance capace di offrire un supporto strutturato, ma l’impresa restituirà senza dubbio a chi vorrà intraprenderla un’avventura alla scoperta (o ri-scoperta) del silenzio profondo dentro sé stessi, attraverso le profondità della terra ed la forza primigenia di spazi sacri posti in luoghi sontuosi e magnifici, legati all’acqua che rigenera e purifica.

L’Associazione di Promozione sociale “Le vie di San Michele” si propone di ottenere il riconoscimento dal Consiglio d’Europa nell’ambito del Programma degli Itinerari Culturali Europei per il percorso che corre lungo l’asse immaginario Irlanda > Cornovaglia > Normandia > Val di Susa > Gargano.

Sono luoghi legati da millenni al culto dell’Arcangelo, individuati da un percorso italiano principale – completato da altri minori – al fine di valorizzare anche numerosi monumenti di pregio storico e religioso presenti nelle diverse Regioni e consacrati a San Michele Arcangelo.


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