Via dei Marmi di Michelangelo

Seravezza è al cuore di quell’incantata porzione di Toscana che nel 1516, per volere di Giovanni de’ Medici – Papa Leone X, si distaccò dai possedimenti lucchesi legandosi per oltre tre secoli alla gloria dello Stato Fiorentino. È la cosiddetta Versilia Medicea, alla quale appartengono anche le comunità di Pietrasanta, Forte dei Marmi e Stazzema: una terra di grande fascino che dalle spiagge del Tirreno sale alle vette delle Alpi Apuane, custodendo in sé un tesoro di meraviglie naturali e storico-monumentali.

Nel 1516 Leone X (vero nome Giovanni de’ Medici) indisse un concorso per realizzare la facciata della chiesa fiorentina di San Lorenzo, la chiesa della famiglia Medici, al quale parteciparono vari artisti dell’epoca, tra i quali Michelangelo e Raffaello: il concorso fu vinto da Michelangelo ma i lavori procedettero a rilento, poiché il Papa scelse di usare i marmi della cava di Trambiserra, vicino a Seravezza, meno costosi degli altri.

La cava di Trambiserra non era collegata bene al mare, il trasporto dei marmi era difficile, lento e pericoloso. Nel 1518 Michelangelo rischiò la vita in un incidente, causato dal distacco di una colonna di marmo durante il trasporto, che uccise un operaio che si trovava proprio accanto al maestro. Il drammatico evento destò sgomento e rammarico in Michelangelo, al punto che ne parlò in una lettera che inviò a Berto da Filicaia.
Forse anche a causa del mortale incidente, Michelangelo progettò una strada per il trasporto dei grandi blocchi di marmo dalla cava, che venne allargata nel 1567 da Cosimo I e che è tuttora esistente, nella zona della Versilia.

Michelangelo creò il tratto di strada che dalle cave di Trambiserra, passando per Seravezza, Corvaia e Querceta, giunge fino a Forte dei Marmi, insediamento nato proprio in quell’occasione, dove i marmi venivano imbarcati e trasportati a Firenze, risalendo il corso dell’Arno.


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