Pre-Vertice ONU a Roma per salvare i sistemi alimentari

Agricoltura - cibo - fame

Cibo, ambiente, fame, agricoltura, cambiamenti climatici, sprechi, sostenibilità: tutto si tiene nel pre-vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari che comincia oggi a Roma alla FAO e che per tre giorni (sino al 28 luglio) discuterà di mettere a sistema le circa 2000 proposte arrivate da ogni parte del mondo da presentare a settembre a New York per il vero e proprio incontro internazionale.

L’incontro di Roma è, infatti, la prima parte del Food Systems Summit che si concluderà a New York e servirà per identificare le azioni concrete intorno a cui costruire vere e proprie alleanze d’azione a livello mondiale.

Organizzato da Onu e dal Governo italiano e con Rai Host Broadcaster, è la prima volta che un vertice delle Nazioni Unite è preceduto da un evento in cui non si lavorerà su un’agenda definita dall’alto, ma si attiverà un processo che porterà tutti i partecipanti a concordare le future strategie e iniziative per trasformare e rendere più resistenti le filiere alimentari in tutto il mondo.

Cinquecento i delegati in presenza e collegati da tutto il mondo ascolteranno il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres (in collegamento), il Presidente del Consiglio Mario Draghi e i delegati degli Stati e dei Governi invitati.

Attraverso questa iniziativa le Nazioni Unite vogliono riaffermare con forza il loro impegno a promuovere i diritti umani per tutti e ad assicurare che i gruppi più emarginati abbiano l’opportunità di partecipare, contribuire e beneficiare del processo. Verranno mostrati e analizzati gli ultimi approcci scientifici per trasformare i sistemi alimentari globali, lanciati una serie di nuovi impegni attraverso gruppi di azione per mobilitare e stimolare nuovi finanziamenti e partenariati.

Agnes Kalibata

Agnes Kalibata è inviata speciale dell’Onu: spiega che i protagonisti dei prossimi decenni saranno i ”piccoli”. Piccoli contadini, piccoli coltivatori, piccoli distributori: ”Contadini e comunità locali sembrano aver perso la possibilità di determinare cosa cresce sulla loro terra”, perché occorre andare incontro alle preferenze dei consumatori indotte dalla pubblicità, ai grandi proprietari, ai mercati globali e più lontani, spiega Kalibata in un’intervista.

Invece la chiave per cambiare drasticamente la rotta – che sembra andare verso la polarizzazione delle risorse e crea fratture sempre più profonde tra chi ha e chi non ha – sta proprio nel riconoscere che occorre una coalizione mondiale per battere la fame e la malnutrizione che con la pandemia si sono ulteriormente aggravate, privilegiare le cosiddette filiere corte, investire con un’altra visione che non sia solo il profitto ma la profonda modifica della produzione agricola. E infine dare una definitiva spinta all’applicazione degli accordi sul clima, che continuano ad essere firmati ma non applicati, e, come nel caso del recente vertice di Napoli, restano incompleti.

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