Rio+30 #lovelyplanet

Il 2022 appena iniziato propone alla memoria collettiva il trentennale del Summit della Terra di Rio de Janeiro nel 1992: non soltanto la prima conferenza mondiale dedicata ai cambiamenti climatici, ma l’evento che ha generato l’Agenda 21 ed ha promosso la cultura ecologista e formato intere generazioni di ambientalisti.

Preparata con un dibattito internazionale di straordinaria ampiezza e dai lavori della Commissione WCED (UN World Commission on Environment and Development) e dal rapporto “Our Common Future” da essa pubblicato nel 1987, si svolse a Rio de Janeiro nel 1992 il Summit della Terra che – dopo 30 anni – rimane un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile.

L’Enciclopedia Treccani descrive così il Summit di Rio: “Vertice tenuto a Rio de Janeiro (Brasile) nel giugno del 1992 e che ha rappresentato uno dei passaggi fondamentali nel processo di cooperazione ambientale internazionale, noto anche come Summit della Terra e come Conferenza sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development). Ha coinvolto 172 governi, 108 capi di Stato e numerosissime organizzazioni non governative, ed è approdato ad alcuni importanti risultati.

  • La Dichiarazione di Rio. Con questo documento sono stati fissati i principi cardine per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile nel mondo. Secondo la dichiarazione, l’unico modo di ottenere una crescita economica di lungo periodo è garantire che essa sia inscindibilmente legata alla protezione dell’ambiente. In particolare, il principio 7 sottolinea come i singoli Stati abbiano responsabilità «comuni ma differenziate» nel processo di cooperazione verso la protezione e il ripristino degli ecosistemi, mentre il 15 richiede l’utilizzo di un approccio precauzionale nella protezione dell’ambiente.
  • Agenda 21. È il programma completo di azioni da intraprendere, a livello globale e da parte di singoli Paesi e regioni, per il raggiungimento di un ampio spettro di obiettivi legati allo sviluppo sostenibile.
  • La Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica. L’art. 2 della CBD (Convention on Biological Diversity) definisce la diversità biologica come «la varietà degli organismi viventi di qualsiasi fonte, inclusi, tra l’altro, gli ecosistemi terrestri, quelli acquatici e i complessi ecologici dei quali fanno parte; essa comprende la diversità all’interno di ogni specie, tra le specie e degli ecosistemi». La CBD si pone 3 obiettivi: la conservazione della diversità biologica, l’utilizzo sostenibile delle sue componenti e la ripartizione giusta ed equa dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche“.

L’improrogabile necessità di individuare un percorso universale per realizzare lo sviluppo sostenibile conduceva in quegli anni la comunità mondiale a riconoscere la necessità che le problematiche ambientali dovessero essere affrontate in modo da “pensare globalmente e agire localmente“. Nasceva così Agenda 21, documento di intenti e di obiettivi programmatici su ambiente, economia e società suddiviso in 4 sezioni: dimensioni economiche e sociali, conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo, rafforzamento del ruolo delle forze sociali e strumenti di attuazione.

In particolare, il capitolo 28 “Iniziative delle amministrazioni locali di supporto all’Agenda 21” riconosce un ruolo decisivo alle comunità locali nell’attuare le politiche di sviluppo sostenibile. Nel capitolo 28 si legge “Ogni amministrazione locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare una propria Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le amministrazioni locali dovrebbero apprendere e acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie“. L’Agenda 21 locale può in questo modo essere definita la “madre” dell’Agenda 2030.

Rio+30 #LovelyPlanet

#LovelyPlanet: 3 giornate di riflessione con un’agenda dedicata ad aria, acqua e terra (ed energie)

SIMTUR propone tre giornate di riflessione attorno ai temi del Summit di Rio, dal 10 al 12 giugno 2022, dedicate agli impegni del governo, delle amministrazioni locali, delle imprese e dei cittadini nella riduzione degli impatti sul clima.
Le tre giornate saranno dedicate all’aria (venerdì 10 giugno), all’acqua (sabato 11 giugno) e alla terra (domenica 12 giugno), con il tema trasversale delle energie rinnovabili, con interventi di esperti e gruppi di lavoro attivi nel contrasto ai cambiamenti climatici e – soprattutto – esperienze di giovani imprenditori e startupper che propongono soluzioni concrete per ridurre gli effetti degli agenti climalteranti e patogeni.


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