Nuova legge sul libro. Ma in Italia aumentano gli ignoranti

Lettori e librerie

L’ignoranza, si sa, è “una brutta bestia”. E non è necessariamente una questione di titoli di studio ma di mancanza di conoscenza delle cose del mondo: siamo i più ignoranti d’Europa e i dodicesimi più ignoranti del mondo (dati IPSOS Mori).

I dati corrispondono alle indagini nazionali Istat sulla produzione e la lettura di libri in Italia. Dati che mostrano che in Italia si legge poco: nel Bel Paese manca una vera e propria cultura della lettura, un avviamento che sin dalle scuole mostri in che modo approcciarsi ad un libro e l’utilità di questo strano strumento di carta. Dati che mostrano la sofferenza di un intero settore e – soprattutto – delle piccole case editrici.

Il “misperceptions index

Dall’analisi delle risposte di uno studio realizzato da Bobby Duffy, direttore della sezione inglese di Ipsos su un campione di oltre 50 mila interviste realizzate dall’istituto di ricerca in 13 Paesi negli ultimi cinque anni – pubblicati nel libro “The Perils of Perception – Why We’re Wrong About Nearly Everything” – l’Italia risulta al vertice della classifica, seguita dagli Stati Uniti.
Gli italiani non sono in grado di valutare correttamente la realtà, tendendo a sovrastimare fenomeni come livello di immigrazione, tassi di criminalità, tassi di disoccupazione, gioco d’azzardo, livelli di obesità.

Nel senso letterale del termine, l’ignoranza è la non conoscenza delle cose del mondo. Quindi possiamo dire di essere più assenti a noi stessi dei francesi, dei sudcoreani, dei polacchi, dei cinesi, dei serbi e persino degli ungheresi, che nonostante si tengano stretto uno come Orban a quanto pare sono più lucidi di noi.
Eppure, nell’era della “post verità”, scoprire la propria ignoranza sui fenomeni che ci circondano è uno strumento prezioso per affrontare il mondo sulla base di dati di realtà.

A sentire gli esperti, la ragione principale di tali sconfortanti statistiche non è soltanto il basso livello culturale della popolazione ma la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura.

La nuova legge e i cambiamenti di vita nelle librerie

  • Limite agli sconti: gli sconti passeranno da un tetto massimo del 15% ad un tetto massimo del 5%, sia per le librerie fisiche per gli ecommerce. Le librerie possono organizzare, una volta l’anno, sconti fino ad un massimo di 15%, mentre per gli editori lo sconto massimo che potranno stabilire sulle proprie collane sarà non più del 25%, ma del 20%;
  • Iniziative commerciali vietate: si è stabilito di abolire proposte commerciali che abbiano uno sconto superiore al 5% anche nel caso in cui prevedano buoni spesa per il successivo acquisto di libri;
  • Carta della cultura: viene introdotta una carta di spesa, con un tetto massimo di 100€ per i nuclei familiari svantaggiati, per permettere ai componenti della famiglia di acquistare libri, anche in formato digitale;
  • Patti locali per la lettura: per incentivare la lettura si organizzeranno iniziative per aumentare i lettori nelle varie aree di riferimento;
  • Capitale italiana del libro: ogni anno, a partire dal 2020, verrà designata una capitale del libro, ossia una città che verrà selezionata dal consiglio dei ministri in base ai progetti presentati;
  • Sviluppo e sostegno delle biblioteche scolastiche: si è stanziato un milione di euro per finanziare la formazione del personale scolastico impegnato nella gestione delle biblioteche scolastiche. Le scuole verranno selezionate, attraverso un apposito bando, e svolgeranno la funzione di rete tra vari istituti per favorire la lettura;
  • Albo delle librerie di qualità: l’iscrizione sarà riservata alle librerie che vendono al dettaglio in locali accessibili al pubblico e che offrono un servizio innovativo;
  • Tax credit librerie: viene aumentato di 3 milioni e 250mila euro il credito di imposta di cui possono usufruire le attività commerciali che operano nel settore dei libri.

Un mare di polemiche

La soddisfazione da parte della politica è invece immediata e unanime, al di là dei colori politici: l’ex ministro per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli si è detto molto contento della votazione e ha affermato che il nostro paese ha estrema necessità di una “legge per incentivare la lettura”, ma anche l’attuale ministro Dario Franceschini si è detto soddisfatto per le novità introdotte.
Di fatto, però, cresce sostanzialmente il numero di chi definisce la norma una “legge beffa”, perché disincentiva la lettura, anche quella digitale, che non protegge le piccole librerie, le case editrici e soprattutto i lettori. 

Bisognerà attendere i dati di vendita futura e gli effetti sui programmi scolastici ma nel frattempo è fuor di dubbio che a guadagnarci con il tetto agli sconti saranno soltanto i distributori, ossia quelli che già guadagnano il 60% del prezzo di un libro.

La domanda è: gli effetti di questa legge consentiranno agli italiani di sottrarsi alla vetta della classifica dei popoli ignoranti e meno capaci di interpretare la realtà?

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