Cultura: leva strategica per la crescita del Paese
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9 Ottobre 2019
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Il rapporto “Cultura: leva strategica per la crescita del Paese“, redatto dalla Boston Consulting Group (BCG), ha riguardato 358 musei statali: i 32 musei autonomi (dagli Uffizi al Parco del Colosseo, dalla Pinacoteca di Brera alle Gallerie Estensi e altri) e 326 musei afferenti ai 17 Poli Museali Regionali (su un totale di circa 5mila musei esistenti in Italia, tra musei pubblici, privati, ecclesiastici e altro).
I benefici economici, regione per regione
L’analisi ha rilevato che i 32 musei autonomi attraggono il 58% dei visitatori e generano l’87% dei proventi dei musei statali: circa metà dei musei analizzati è distribuita su cinque regioni (il Lazio, con 56, è la regione che ne conta di più, seguita da Toscana, 55, Campania, 35, Emilia Romagna, 29, e Veneto, 21) mentre l’83% dei visitatori si concentra su tre regioni (Lazio, 24,7 milioni, Campania, 11,6 milioni e Toscana, 7,5 milioni sono le prime tre regioni).
Quattro ambiti di ricerca
La ricerca ha inoltre rilevato che 2 turisti su 10 arrivano in Italia per visitare i Musei statali: dei 123 milioni di turisti arrivati in Italia nel 2017, 42 milioni sono giunti nel paese per fare una vacanza culturale, e di questi 24 milioni sono arrivati in Italia apposta per visitare un museo statale.
Per stimare l’impatto dei musei statali sono stati considerati quattro ambiti: economico, sociale, culturale, ambientale. Per l’ambito culturale: la ricerca (il 56% dei musei hanno svolto ricerca o pubblicazioni), le audioguide (offerte dall’11% dei musei), la percentuale di opere esposte al pubblico (mediamente il 6%), i restauri (il 49% dei musei ha restaurato opere). Per l’impatto sociale: i partecipanti ad attività didattiche (3 milioni), gli studenti in visita scolastica (7 milioni), i posti di lavoro generati (117mila tra diretti e indiretti) e i visitatori complessivi (53 milioni). Per l’impatto economico: i ricavi da visitatori (278 milioni di euro), l’impatto sul Prodotto Interno Lordo (27 miliardi di euro, l’1,6% del PIL), i contributi raccolti dai privati (3 milioni di euro). Infine, per l’impatto ambientale, è stato calcolato l’impatti di Co2 (73 kt). I dati sono riferiti al 2017.
Un grande potenziale inespresso
BCG ha poi rilevato che i musei italiani hanno un grande potenziale inespresso, soprattutto se messi a paragone con i musei stranieri: i contributi dei privati sul totale dei proventi dei musei statali italiani raggiungono a stento l’1% (contro circa il 20% dei musei internazionali esaminati), la percentuale dei visitatori sul potenziale bacino d’utenza è stimata tra il 6 e il 24% (contro il 20-50% dei musei stranieri), e i ricavi per visitatore da biglietteria e servizi aggiuntivi vanno dai 2 ai 7 euro (contro i 10-20 dell’estero).
L’impatto sul PIL potrebbe aumentare fino a 35-40 miliardi
BCG ha infine stimato che i proventi dei musei potrebbero aumentare fino a raggiungere 800 milioni – 1 miliardo di euro (di cui il 20% da privati), l’impatto sul PIL potrebbe aumentare fino a 35-40 miliardi (tra effetti diretti ed effetti indiretti), si potrebbe arrivare a 60-80 milioni di visitatori (di cui 10% studenti e 5 milioni di partecipanti ad attività didattiche) e, infine, si potrebbero attivare tra i 150 e i 200mila posti di lavoro diretti e indiretti.
Lo dimostrano i numeri: investire in cultura si rivela una scelta chiave per stimolare la crescita della nostra economia.
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