FieraCavalli 2022

L’edizione numero 124 ha consolidato il primato di Fieracavalli come manifestazione internazionale di riferimento per il settore equestre, con connessioni sempre più naturali e stringenti con l’universo del turismo lento e sostenibile: Nelle quattro giornate, raggiunte le 140mila presenze, con arrivi da 57 nazioni.

«Fieracavalli – ha commentato Federico Bricolo, presidente di Veronafierecontinua una tradizione di successi iniziata 124 anni fa che vede l’Ente impegnato congiuntamente al ministero dell’Agricoltura, Ice-Agenzia, associazioni allevatoriali e di categoria nel promuovere lo sviluppo di un settore economico “verde” che impatta per oltre 3 miliardi di euro sul nostro Pil e dà lavoro a più di 50mila addetti».

Contenuti e spunti di riflessione sono emersi dagli incontri dedicati alla visione di sviluppo turistico dei territori organizzati dalla rete di imprese Final Furlong.

«È difficile talvolta comprendere a pieno il significato della sostenibilità, di cui ormai si parla ovunque – ha illustrato Federico Massimo Ceschin, presidente SIMTUR – ma è sufficiente pensare che anche solo rinunciando ad inviare un semplice messaggio Whatsapp, ciascuno di noi può contribuire a ridurre la propria impronta ecologica, limitando l’impatto sull’ambiente. Il tema diventa fondamentale quando si riflette sulle forme di trasporto, di consumo e di viaggio che oggi sono chiamate ad affrontare la transizione ecologica. Allo stesso modo l’offerta turistica è chiamata progressivamente ad adeguarsi, ed è quindi necessario un patto di filiera, che SIMTUR definisce “filiera corta dell’accoglienza“, per generare destinazioni turistiche omogenee e sostenibili. Non sono più sufficienti le città d’arte e il mare: occorre assumere consapevolezza del valore rappresentato da tutte quelle aree del Paese che fino a ieri sono state considerate “minori”: un’Italia forse meno conosciuta, con i suoi campanili, i suoi prodotti e le sue culture, che ci chiede di ripartire dalla campagna e dalla lentezza per immaginare un turismo più sostenibile e una qualità della vita migliore per le persone che vi risiedono».

Rispetto al centro

Daniela Cavallo, associata SIMTUR ed esperta di destination marketing, ha focalizzato l’attenzione della platea partendo dal tema del rispetto: «Il territorio è un sistema vivente che va rispettato, in continua trasformazione, processo che dobbiamo, appunto, cavalcare unendo le competenze alla sostenibilità per rispondere con puntualità a domande ben precise. Il cavallo non è uno strumento ma il ponte e l’occasione per poter recuperare la relazione con il territorio. Permette di creare una narrazione del territorio. Il lavoro che dobbiamo fare è molto umile, ovvero prendere coscienza delle nostre possibilità e creare co-valore insieme, costruire un processo innovativo di sviluppo nel quale gli abitanti sono i primi stakeholder per valorizzare il territorio».

Offerta esperienziale

«Il cavallo va visto come intermediario della relazione tra l’uomo e l’ambiente – ha spiegato Raffaele Cherchi di Agris Sardegna – E confido che il nuovo turista si formi il più velocemente possibile, diventando qualcosa di diverso dal consumatore. L’offerta esperienziale che il mondo del cavallo può offrire è molto profonda e mette in relazione la persona con l’intimità delle comunità che va visitare, l’ambiente che va esplorare, nel quale l’animale è elemento fondamentale. Il cavallo è, per la nostra isola, uno degli strumenti più importanti di promozione, essendo parte del nostro paesaggio rurale e primo attore di quell’apprezzamento più profondo e sentimentale del territorio. Il salto di qualità verso una visione organica del turismo lento oggi va fatto non solo perché giusto ma perché è necessario».

Intermediazione complessa

«Per noi di Horse Touring, portale internet che vende esperienze di viaggi a cavallo, una delle difficoltà è reperire sul mercato italiano un’offerta qualitativa – ha aggiunto Roberto Leonardie la causa di questo sottosviluppo è complessa, contemplando anche un ginepraio legislativo. Il turismo equestre crea una filiera lunga e va sottolineata una connotazione emozionale che deriva dal fatto per chi sceglie questa tipologia di vacanza ha già un’inclinazione verso forme di turismo che lasciano un indotto armonico sul territorio».

«In Italia serve un patto valoriale per il territorio – ha aggiunto Ceschinche, con il cavallo al centro, spazi dall’ente pubblico fino alla guida escursionistica locale. Per questo con Final Furlong abbiamo generato un’intesa che guarda al futuro attraverso la lente dell’integrazione territoriale».

Moltiplicatore socioeconomico

«È vero che la politica, oggi, è la barriera contro la quale si infrangono molti progetti – ha concluso il ceo di Final Furlong Maurizio Rosellinima se non ci proviamo tutti insieme, professionisti di diverse competenze e pubblico, sarà impossibile sviluppare azioni concrete per il territorio. Il Pnrr offre oggi misure concrete e fondi e come rete di imprese offriamo piena disponibilità nel solco delle opportunità di sviluppo che il cavallo rappresenta in termini di moltiplicatore economico».

[Tratto da un contributo pubblicato da GuidaViaggi.it]

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