Agroecologia

Rispettando la natura aumenta il valore aggiunto dei prodotti e cresce il reddito degli agricoltori, le aziende che hanno valori comuni si associano, nascono consorzi, reti, cooperative, si raggiungono più mercati e li si affronta con un maggiore potere contrattuale.

L’agricoltura sostenibile crea lavoro e attira giovani qualificati. Non è più una scommessa, è una esperienza diffusa che ha bisogno di maggiori certezze normative e di sostegno mirato per fare dell’Italia il motore europeo del settore. Già nel biologico siamo i primi e il potenziale di crescita è enorme nel filone del Green New Deal Europeo, visto che l’agricoltura e la zootecnia sono settori chiave per la riduzione delle emissioni climalteranti, per il consumo delle acque, per la tutela dei suoli e il rilancio della biodiversità.

Acroecologia circolare

Sono queste le ragioni illustrate dal volume ‘Agroecologia Circolare’ curato da Angelo Gentili e Giorgio Zampetti. Non è un libro di denuncia ma di analisi e di proposta, che esamina le politiche europee e nazionali in atto e auspicabili, il ruolo dell’agricoltura nell’affrontare la crisi climatica e i rischi che questa determina per il comparto, la tecnologia, la chimica, le reti, l’alimentazione, le patologie come il caporalato e l’agromafia. E racconta le storie di alcuni dei tanti protagonisti della trasformazione in atto, storie vere di persone coraggiose che hanno visto giusto.

Ad esempio il miele di Valentina Capone, agricoltrice e apicultrice di Amatrice ci dice che è possibile. La lana di Sopravvissana a Ussita sui Monti Sibillini ci dice che è possibile. Ce lo dicono le barbabietole dell’Azienda Canetti in provincia di Ferrara, l’olio dei fratelli Franci in Val d’Orcia, il latte della Palazzetto e della Carioni nelle campagne di Cremona, i melograni della Kore in Sicilia e le arance della Copam nella Piana di Sibari.
Aziende di pochi ettari e aziende di centinaia di ettari testimoniano che con l’agricoltura sostenibile e biologica si mangia e si cresce.

[Contributo di Marco Panara per La Repubblica]

All’amore per la terra e il per cibo che ci consente di guardare con fiducia al futuro, SIMTUR e Italia Bio hanno dedicato il Manifesto BioSlow.

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