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pesca sostenibile

Da decenni, mari e oceani vengono sfruttati in modo indiscriminato per soddisfare le sempre maggiori richieste di prodotti ittici da parte dei consumatori e delle grandi catene di distribuzione: lo sfruttamento eccessivo sta diventando un problema serio in molte parti del mondo, mettendo a rischio la possibilità di approvvigionamento per i prossimi anni e soprattutto i delicati equilibri dell’ambiente marino e oceanico. Porre particolare attenzione sulle modalità con cui vengono sfruttati i mari e sostenere un tipo di pesca sostenibile e responsabile, è quindi diventata un’esigenza impellente e non più rimandabile.

MSC – Marine Stewardship Council promuove da molti anni la pesca sostenibile, verificando, monitorando e certificando i prodotti ittici attraverso il suo marchio blu, riconosciuto in più di 100 paesi al mondo e ormai diventato uno standard a livello internazionale. In questo modo anche i consumatori sono più consapevoli delle proprie scelte e certi che il prodotto che stanno acquistando sia stato pescato con modalità non troppo invasive, nel periodo corretto e rispettando l’ambiente.

Cosa vuol dire pescare in modo sostenibile

Un tipo di pesca può essere definito sostenibile quando rispetta tre criteri fondamentali:

  • deve consentire alle specie ittiche di riprodursi e all’attività di pesca di proseguire nel tempo, nel rispetto delle risorse offerte dalla natura e delle evidenze scientifiche;
  • deve ridurre al massimo l’impatto sull’ecosistema ambientale, permettendo alla flora e alla fauna di svilupparsi e prosperare;
  • dev’essere gestito in modo responsabile, nel rispetto delle leggi e adattandosi ai possibili cambiamenti climatici e ambientali.

Questi tre criteri sono fondamentali per la sopravvivenza della vita nei mari e negli oceani, ma anche di molte popolazioni del mondo che si nutrono prevalentemente di prodotti ittici. Infatti, secondo i dati raccolti dalla FAO, lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, l’inquinamento delle acque e il cambiamento climatico stanno mettendo in grave pericolo la base dell’alimentazione di più di 3 miliardi di persone al mondo e il 35% delle specie ittiche. Scegliere di pescare in modo sostenibile, assicurerebbe quindi un futuro all’ambiente marino e alle persone che basano la propria sussistenza sulla pesca, e garantirebbe alle future generazioni di poter continuare a consumare prodotti ittici.

È quindi necessario che le attività di pesca diventino più consapevoli del loro ruolo nella salvaguardia dell’ambiente e che si sottopongano a controlli e certificazioni, ma soprattutto che continuino a migliorare le proprie tecniche di pesca e restino sempre aggiornate sulle evidenze scientifiche per quanto riguarda l’impatto ambientale e la sostenibilità del proprio lavoro.

Cosa si sta facendo oggi

Da un’analisi del 2019 è emerso che le attività di pesca più attente alla salvaguardia ambientale hanno cercato di apportare miglioramenti ai propri processi, strumenti e tecnologie, tenendo sempre in considerazione l’impatto sugli ecosistemi e le risorse naturali. Ad esempio, sono state apportate modifiche sull’ingranaggio per le catture accessorie ed è aumentato il numero delle riserve marine protette, dove le specie possono riprodursi. Inoltre, è stata completata la mappatura dei fondali marini e dei percorsi di pesca, che consentono agli esperti di confrontare le zone di pesca con quelle limitrofe, e valutare l’impatto delle attività sull’ambiente.

Queste azioni hanno permesso di identificare meglio gli habitat marini, di ridurre in modo significativo le catture accidentali e comprendere in modo più approfondito quanto la pesca incida sugli ambienti naturali, applicando modifiche sulle attrezzature e istituendo nuovi periodi di fermo pesca per consentire un migliore sviluppo delle specie ittiche.

Infine, è stato implementato il processo di tracciabilità dei prodotti, dal mare alla tavola. L’intera filiera viene sottoposta a continue verifiche per assicurare che ogni passaggio sia sostenibile e responsabile dal punto di vista ambientale.

Cosa si dovrà fare in futuro

Per il 2030, MSC si è posta degli obiettivi decisamente sfidanti, allo scopo di supportare la produttività e la tenuta ambientale dei sistemi marini. Si cercherà di certificare e coinvolgere la maggior parte delle attività di pesca al mondo per assicurare che il pescato venga gestito nel miglior modo possibile, assicurando la tutela e la salvaguardia degli ecosistemi, la sicurezza alimentare e una migliore qualità della vita alle popolazioni che vivono di pesca.

Per raggiungere questi obiettivi, dovranno essere maggiormente tutelate le specie attualmente meno rappresentate e più minacciate dalla pesca eccessiva, come i tonni, i calamari, i polpi, i granchi e le alghe, fornendo nuovi strumenti di pesca e coinvolgendo le popolazioni del Sud del mondo nei programmi di certificazione e promozione dei prodotti ittici. Inoltre, verranno introdotte nuove misure, strumenti e sistemi per agevolare il processo di certificazione, e i partner commerciali verranno maggiormente coinvolti, incentivando i mercati maggiormente propensi al cambiamento, come gli stati europei, gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina. Tutto questo verrà supportato da studi scientifici sempre più approfonditi, monitorando costantemente lo stato di salute degli ambienti marini e oceanici, investendo nella ricerca e sensibilizzando l’opinione pubblica sui temi legati alla pesca sostenibile e responsabile.

In questo modo, si potrà creare un vero ciclo virtuoso e d’eccellenza, che incentiverà un maggiore rispetto dell’ambiente e delle sue risorse.

Per conoscere le attività SIMTUR per la pesca sostenibile, visita la pagina dedicata a pescaturismo e ittiturismo e segui i progetti dedicati alla valorizzazione del pescato e delle destinazioni costiere e insulari.

[Tratto da un contributo pubblicato da Equotube]

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