destination manager DMO

Nella splendida cornice dell’Accademia Creativa Turismo, a cura di SIMTUR e con la sapiente moderazione del giornalista Sandro Marini, vicedirettore della Redazione Economia della RAI e delegato per il Lazio del GIST – Gruppo Italiana Stampa Turistica, gli autori si sono alternati nel raccontare “Il nuovo ruolo delle DMO” (Destination Management Organization) come “cuore della destinazione”. «Un testo scientifico», come definito da Marini all’avvio dei lavori.

Federico Massimo Ceschin ha ricordato che «il turismo è una fabbrica che produce esperienze ed emozioni, pertanto è attesa generare valore in termini di economia delle relazioni. Di conseguenza è necessaria una rivoluzione dello sguardo, che richiede un nuovo lessico, riportando il concetto di “turismo” alla filiera dei viaggi per adottare un paradigma di sviluppo connesso all’economia dei visitatori».

«Per la crescita dei territori non bastano le DMO, anche in collaborazione con gli operatori commerciali del turismo – ha sostenuto Virgilio Gayserve l’affiancamento di una Destination Developer Management Company capace di fare crescere le destinazioni offrendo innovativi modelli di business a tutti gli attori generativi delle molteplici componenti dell’offerta, con l’ausilio di strumenti gestionali per la promo commercializzazione».

Letizia Sinisi ha illustrato invece l’operatività del turismo delle radici che necessita della costruzione su misura dell’offerta, nella riscoperta di «un’artigianalità del travel design». Il tema della sostenibilità è stato affrontato da Maurizio Di Marco, che ha presentato le ventennali esperienze formative di ACT – Accademia Creativa Turismo e quelle in corso di progettazione, come il corso di specializzazione in Destination Management che trova fondamento proprio nella disciplina del libro.
Giovanni Antonio Sanna ha approfondito il tema del turismo rurale come opportunità di crescita delle aree interne, che con il loro patrimonio possono essere il terzo pilastro dell’offerta turistica italiana, complementare ai consolidati segmenti del balneare e delle città d’arte. Grazie anche alla figura professionale del manager di destinazione – ora prevista dalla normativa pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 15 gennaio – e quella del coordinatore turistico territoriale, illustrata da Andrea Succi, destinata a diventare vero e proprio “anello di congiunzione” tra gli attori territoriali.

In conclusione, il nuovo ruolo delle DMO si è andato definendo come strumento di integrazione territoriale: verticale, per le componenti che formano il variegato paniere dei prodotti turistici; orizzontale, per l’unione tra più attori nell’erogazione dei servizi; e diagonale, con processi estesi a filiere intersettoriali capaci di generare uno sviluppo territoriale inclusivo e diffuso, in ottica di economia dei visitatori.

Con Daniela Cavallo, unica autrice che non è potuta essere presente a Roma, si vanno disegnando altre presentazioni a Verona e nella altre località che ospiteranno il tour nazionale di incontri dedicati, che da marzo accompagnerà il libro per tutta l’estate 2024 e fino all’autunno, quando SIMTUR pubblicherà il secondo volume: “Il masterplan di destinazione”.


Il volume è disponibile su Amazon in formato cartaceo con copertina flessibile e anche in formato digitale eBook

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