Con la “Carta di Melfi” inizia il Rinascimento rurale

Giovane contadina

Il partenariato di rurability si presenta a Melfi per incontrare aziende agricole, produttori, ristoratori, associazioni delle imprese e istituzioni attorno alla sfida denominata “Rinascimento rurale“: la proposta SIMTUR di riconoscere al turismo rurale il ruolo di “terzo pilastro del turismo italiano”.

Con l’ingresso dell’umanità nell’era delle pandemie, dopo la fase acuta dell’emergenza da Covid-19, è aumentata d’improvviso la consapevolezza delle sfide che attendono ciascuno di noi. Se fino al giorno prima potevamo attingere al cibo dagli scaffali strabordanti dei supermercati senza lavorare la terra – finendo per dimenticare l’importanza fondamentale del ruolo dei contadini, degli allevatori e dei pescatori – il giorno dopo ci siamo dovuti rimettere ordinatamente in fila per il pane.

Mai come nel presente l’umanità ha avuto a disposizione tante risorse materiali e competenze tecnico-scientifiche, eppure si è dovuta fermare per considerare l’importanza della terra e del cibo, dei sistemi di produzione, distribuzione e consumo, della prossimità, della normalità e dell’equilibrio. Un ritrovato senso di comunità richiede un nuovo patto con la natura e il paesaggio, con l’economia e l’ecologia che richiamano inevitabilmente ad un’etica, individuale e collettiva, orientata alla tutela e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio materiale e immateriale di agrobiodiversità dei territori e ad un rinnovato patto città/campagna che rivaluta l’idea di “contado” (dal latino comitatus), espressione più autentica e profonda dell’Italia, all’origine della parola “contadino”.

Le premesse della “Carta di Melfi”

I sottoscrittori della presente “Carta” riconoscono nel tessuto rurale il contesto umano e culturale sinonimo del buon vivere, delle tradizioni, del saper fare creativo, della dimensione sociale armoniosa e del paesaggio in equilibrio tra tessuti urbani e ambienti rurali. E in tale contesto intendono operare – prioritariamente e improrogabilmente – per un nuovo Rinascimento rurale.

VISTO CHE:

  • cinquant’anni fa la popolazione mondiale era di 3,5 miliardi di persone, mentre oggi è più che raddoppiata e le proiezioni indicano che nel 2050 sarà raggiunta quota 10 miliardi;
  • oltre il 50% della popolazione mondiale vive nelle città: un fenomeno che ogni anno trasporta oltre 60 milioni di abitanti dalle zone rurali verso gli agglomerati urbani. Un flusso emorragico che ha portato a spopolare le aree interne e rurali;
  • il sistema alimentare industriale impiega nel mondo oltre 1 miliardo di persone (1 lavoratore su 3) e genera circa il 10% del PIL globale (circa 8 trilioni di dollari) ma rilascia fino al 37% delle emissioni complessive di gas serra (dati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change);
  • nel ritrovarsi a fare i conti con SARS e Coronavirus, l’umanità si è trovata a nuovi interrogativi, nuove paure e nuove inquietudini che richiedono un’agenda di azioni in cui salute, sicurezza, futuro, tutela dei beni comuni, fiducia e felicità siano al centro del pensare, dell’agire e degli orientamenti nelle scelte produttive e di consumo;
  • affinché i sistemi alimentari possano essere sostenibili, tutelando la salute del Pianeta rispettandone i limiti, c’è bisogno di un approccio agrobiodiverso che promuova l’agroecologia e la sicurezza alimentare a lungo termine;
  • riconoscere la centralità del diritto al cibo in quantità sufficiente, fisicamente ed economicamente accessibile, nonché adeguata da un punto di vista nutrizionale e culturale, significa – di fatto – incoraggiare e sostenere le comunità in diversi ambiti, dall’urbanistica alla mobilità pulita, dell’energia da fonti rinnovabili alla bioarchitettura, dal tessile naturale all’artigianato di qualità, dalla cultura al turismo, dalla formazione dei giovani alla ricerca, dalla sfera sociale ai presidi di legalità, sicurezza e sanità, ovvero investire nelle ragioni stesse di una società;
  • il cibo è divenuto la principale motivazione di viaggio per gli italiani (58% dati Coldiretti) e ormai rappresenta un terzo dell’intera spesa turistica;

PRESO ATTO CHE:

  • la Commissione Europea ha varato la Visione a lungo termine per le aree rurali dell’UE che, attraverso il Patto rurale europeo e un Piano con 24 distinte azioni finanziate, intende sostenere un’Europa più forte, connessa, prospera e resiliente entro il 2040;
  • SIMTUR, nella sua veste di ambasciatore del Patto Europeo per il Clima, membro del Forum per lo Sviluppo sostenibile del Ministero dell’Ambiente, aderente al Climate Heritage Network, aderente alla Global Alliance for the Rights of Nature (GARN), membro aderente all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile, membro della Community del Patto rurale europeo e membro associato della European Rural Community Alliance (ERCA), ha promosso il programma nazionale «piccole patrie» e la piattaforma di sviluppo rurale «rurability»;
  • il programma «piccole patrie» – ispirato al programma europeo “Smart Villages” – è divenuto parte della più ampia iniziativa “Repubblica Digitale” promossa dal Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed è stato definito “progetto di alta valenza turistica” dall’Agenzia Nazionale del Turismo ENIT;
  • la piattaforma «rurability» propone localmente nei diversi territori-pilota l’istituzione di “Comunità del cibo e della biodiversità”, così come previste dall’art. 13 della Legge 1 dicembre 2015 n° 194 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”, al fine di sensibilizzare la popolazione, di sostenere le produzioni agrarie e alimentari, nonché di promuovere comportamenti atti a tutelare la biodiversità di interesse agricolo e alimentare.

I SOTTOSCRITTORI STIPULANO QUANTO SEGUE…
(partecipa alla presentazione di sabato 25 novembre a Melfi per conoscere la proposta)

25 novembre 2023. Carta di Melfi.


Per conoscere le migliori prassi, sottoscrivere la “Carta” e candidare un territorio a diventare progetto pilota, visita la piattaforma rurability e non esitare ad entrare in contatto.

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