Marche, i comuni colpiti dal sisma rilanciano la mobilità dolce

Marche - mobilita dolce

Quattordici Comuni del ‘cratere’ marchigiano hanno firmato un documento per la mobilità dolce come fattore per creare condizioni di sviluppo post sisma dei territori per supportare iniziative che vivono di turismo.

E’ un’opportunità che il territorio non può perdere“, scrivono, citando i fondi della Programmazione Ue 2014-2020, nello specifico il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), e le ulteriori risorse da 248 milioni di euro assegnate per ripartire dopo il terremoto da destinare con priorità alle aree colpite – la ricostruzione è finanziata da altri fondi – che possono servire “a rilanciare la crescita e lo sviluppo“. Hanno firmato Castelraimondo, Cerreto d’Esi, Corridonia, Esanatoglia, Fabriano, Macerata, Matelica, Mogliano, Petriolo, Pollenza, San Severino Marche, Sarnano, Tolentino e Urbisaglia.

I 10 milioni investiti dalla Regione, in particolare sulle ciclovie, osservano i Comuni “sono una piccola parte rispetto ai 248 milioni” e l’obiettivo “è creare le condizioni per lo sviluppo” dei territori promuovendo la mobilità dolce. Verranno attivati interventi per la “sostenibilità turistica e mobilità dolce” ma anche “stazioni di ricarica elettrica per vari mezzi di trasporto. Investimenti che integreranno i bandi dei Progetti integrati locali nell’ambito dei Gruppi di azione locale: “Una progettualità integrata, condivisa sul territorio” per “dare un’opportunità specifica alle aree colpite dagli eventi sismici” sfruttando anche la “leva del turismo sostenibile“.

Oltre a premere l’acceleratore sulla ricostruzione – scrivono i Comuni – si devono portare avanti le possibili misure di crescita e di sviluppo anche per chi sul territorio quotidianamente vive, investe con le attività, in un concetto di sviluppo economico che valorizzi e preservi le ricchezze del territorio”.
Per accedere ai finanziamenti serve sinergia: “Solo uniti, con sinergia e grande lungimiranza si deve ri-progettare il futuro consapevoli che in questo caso, oltre che parlare con le istituzioni coinvolte, si sarebbe dovuta fare maggiore comunicazione tra i cittadini. Spetta ai vari enti locali l’utilizzo efficace di tali risorse e la capacità di metterle a sistema a supporto di quanto i singoli Comuni stanno progettando per rilanciarsi“.

 

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