Vacanze: il contributo della bicicletta alla ripresa dell’economia e del turismo

Vacanze in bicicletta

La bicicletta si candida a diventare uno dei mezzi di trasporto che potranno contribuire a traghettare l’Italia al di fuori delle secche dell’emergenza sanitaria. Lo può fare in città, come uno degli strumenti di mobilità alternativi ad automobili e trasporto pubblico, ma anche oltre il contesto urbano, con impatti consistenti dal punto di vista economico, confermando il proprio potenziale nella ripresa del turismo.

Un segmento in forte crescita

I cicloturisti italiani che già d’abitudine viaggiano in bicicletta sono 1,4 milioni: con l’effetto del bonus per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici, sommato all’aspettativa di una stagionalità allargata oltre l’estate, si potrebbe arrivare ad oltre 25 milioni di presenze.
Un segmento di mercato che, forte di una spesa media pro capite di 75 euro al giorno, diventa sempre più interessante per le destinazioni che si profilano adeguatamente e per gli operatori turistici che meglio ne interpretano le esigenze specifiche.

L’impatto sull’economia dei territori

Il rapporto sottolinea come l’impatto del cicloturismo possa lievitare ulteriormente tenendo conto del peso che può avere sull’economia turistica locale, con alcune regioni che arrivano a un’incidenza del 15-20% sul totale turistico.
Il modello è il Trentino Alto Adige che da solo intercetta quasi un terzo dell’intero flusso cicloturistico, con un giro d’affari di 1,1 miliardi di euro l’anno che – diviso per gli oltre 3mila km di percorsi attrezzati esistenti – genera un impatto economico pari a 338mila euro per km ciclabile.

Qualora si potessero applicare questi numeri agli oltre 58mila km di itinerari cicloturistici in Italia (stima che comprende ciclabili, ciclopedonali e ciclovie), l’impatto economico potrebbe raggiungere volumi cinque volte quelli registrati finora: un calcolo puramente teorico, che però dà l’idea delle potenzialità del settore.

Meno auto, più bici, più fatturato

Al di là dei dati aggregati, un cambio di paradigma per la mobilità può comportare grandi benefici anche per gli esercizi commerciali. Basti pensare che gli stessi 10 mq allocati a parcheggio di una sola autovettura possono essere utilizzati per parcheggiare 8 biciclette, ovvero garantire un maggiore afflusso di persone all’esercizio interessato.
Si moltiplicano inoltre le statistiche internazionali che dimostrano la eccellente propensione alla spesa dei cicloturisti, in particolare se le loro due ruote con cestino possono trovare adeguati servizi di deposito in sicurezza.

In molti paesi dove il cicloturismo è guardato con minore superficialità, si registrano anche benefici per il mercato immobiliare: un’abitazione situata in un luogo con scarso traffico veicolare – quindi con meno rumore e meno inquinamento – è maggiormente desiderabile rispetto a un’abitazione ubicata su una strada trafficata, pericolosa, rumorosa e puzzolente.
Questo assunto non appaia teorico: uno studio condotto sui negozi di New York collocati lungo una pista ciclabile hanno dimostrato un aumento del fatturato del 49% (fonte: NYC Department of Transportation).

Impatto sanitario, effetti sulla qualità della vita dei residenti, maggiore attrattività turistica, aumento del commercio al dettaglio, valore immobiliare, creazione di posti di lavoro e risparmio individuale… forse è il caso di considerare una volta per tutte che la mobilità attiva può essere presa in seria considerazione da chi si occupa di sviluppo locale e da tutti coloro che esercitano un’attività economica.

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